Neurodiversitá e capitalismo: l'ignoranza e la mancata inclusione.


Vi sono associazioni che sono inclini a dare voce a persone neurodiverse di successo.


Per successo, s'intende persone che hanno un lavoro e sono, secondo i dettami capitalisti, produttive e che hanno, quindi, un impiego retribuito (ricordo che in contesti societari capitalisti, qualsiasi forma di lavoro non retribuito non viene considerato lavoro e non viene quindi rispettato). Se invece sei una persona neurodiversa ma disoccupata, quel palco non lo meriti, perché non hai nessuna cosa attraente da mostrare; l'associazione non potrá usarti come "prodotto di vendita".

Denoto, quindi, l'ennesima retorica che valuta il valore nonché impegni e successo di una persona in base all'avere o meno un lavoro retruibito, peró io sono fermamente convintx che una persona debba essere valorizzata a prescindere dall'avere un lavoro retribuito o meno, come sono fermamente convintx che esistono svariate attivitá o responsabilitá quotidiane che le persone portano avanti senza essere retruibite e che spesso in contesti societari le persone credono che queste attivitá siano di poco conto o che non vadano in qualche modo rispettate.


Queste sono quelle che io definisco "le aziende sulla neurodiversitá", che organizzano convegni, dove mettere in vetrina il "loro prodotto diagnosticato", ossia la persona neurodiversa di successo, che attirerá a sua volta altrx potenziali clienti (o meglio notx come altre persone neurodiverse).

Promuovono terapie dove ti insegnano anche a sorridere ai colloqui lavorativi o cambiare il tono della tua voce per renderlo meno monotono (perché si sa, se non sorridi ad un colloquio lavorativo, qualsiasi sia il settore, non sei un buon candidatx) e mostrano come le persone neurodiverse possano essere di successo. OK é una "bellissima" forma di marketing nonché speculazione sulle neurodiversitá; peró si parla di associazioni private e, dunque, non accessibili a chiunque specialmente a persone neurodiverse che non godono di privilegi economici e/o di classe. Ahimé, esistono persone neurodiverse che non godono di privilegi economici e/o di classe e chi da voce a queste persone? 


Personalmente, non credo che questo sia un metodo per promuovere l'inclusione nonché l'accettazione di persone neurodiverse in contesti societari.

Stanno sperimentando colloqui con robot, che non terranno conto di sorrisi o small talk o tono di voce, pre-colloquio per valutare i candidatx, motivo per cui non sono assolutamente convintx che insegnare a sorridere in continuazione o mutare il tono della voce a persone neurodiverse sia realmente un benefit.

Aggiungo poi che, in contesti lavorativi esiste "l'emotional marketing", che consiste proprio nel vendere un prodotto e/o servizio con l'espressivitá facciale. Da autisticx, la cui diagnosi contiene "mostra una scarsa mimica facciale", non voglio essere un puppy utilizzato da un azienda per promuovere i propri servizi e prodotti spesso non etici a clienti ignari, ne tantomeno voglio essere utilizzatx come oggetto di persuasione.


Inoltre, credo che per ottenere un cambiamento inclusivo nei contesti societari sia terribilmente necessario rendere accessibili impieghi a persone neurodiverse. Non credo che se impareró a sorridere o cambieró il tono della mia voce per la societá ho risolto e mi includono. Credo che il mondo del lavoro, che brancola nella totale ignoranza in merito alle neurodiversitá, debba informarsi ascoltando persone neurodiverse e concedere quindi eventuali accorgimenti necessari per rendere accessibili gli ambienti e colloqui a persone neurodiverse. Alcuni esempi che mi vengono in mente in merito a mancanze di accorgimenti sono: problemi con luci a neon, open office rumorosi, impossibilitá di smart working e tanto altro. 


Non voglio essere un prodotto aggiustato da associazioni private, che mi insegnano come "essere neurotipicx" per poter lavorare, ed in ogni caso non potró mai esserlo perché non ho privilegi economici e/o di classe.


Spesso ci penso e mi piacerebbe andare ad un colloquio e dire "sono autisticx", chi ho davanti capirá che potró avere una scarsa mimica facciale o un tono di voce monotono, ma questi non saranno skills necessari per lavorare o per decidere se io sono una persona competente o meno per lavorare. Mi piacerebbe sentirmi dire "ok sei autisticx dimmi di che accorgimenti hai bisogno cosí puoi iniziare a lavorare". Stessa cosa vale per la dislessia, come mai ad un colloquio nessunx ha mai detto "dimmi quali sono gli accorgimenti di cui hai bisogno, cosí provvediamo" ? 

Perché nel 2020 si continua a vedere le neurodiversitá come un qualcosa da correggere a tutti costi per essere "normali" come la maggioranza statistica?



Qualche link di bibliografia


https://www.bbc.com/news/business-47442953


https://cooltool.com/blog/emotional-marketing-how-smiling-faces-boost-your-conversions





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