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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

L'abilismo: una grave forma di oppressione presente anche in contesti di lotta politica.

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 Cos'é l'abilismo? É una forma di discriminazione o di pregiudizio sociale esplicito o nascosto/interiorizzato nei confronti di persone che mostrano disabilitá fisiche,  intellettive, comunicative e psichiatriche, nonché nei confronti di persone neurodiverse (per neurodiversitá parliamo di: spettro autistico, ADHD (deficit d'attenzione e/o iperattivitá), dislessia, disgrafia, disortografia, disprassia, discalculia, Tourette). Le persone abiliste credono a tutti i pregiudizi, generalizzazioni, stereotipi nonché false descrizioni che sono messe in circolazione sulle persone disabili e/o neurodiverse. Inoltre, credono che le persone disabili e/o neurodiverse debbano essere curate in qualche modo per risultare normali. Le persone abiliste, o con abilismo interiorizzato, sono fortemente convinte che le persone non neurodiverse e le persone abili come superiori e perfette, nonché da imitare, e credono quindi che persone neurodivergenti e/o disabili debbano fare qualsiasi tipo di

Autistici a confronto: siamo autistici e non siamo tuttx ugualx

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  Autistici a confronto: siamo autistici e non siamo tuttx ugualx Abbiamo fatto un confronto per spiegare perché desideriamo raccontarci e per tentare di spiegare che le persone neurodivergenti non sono tuttx uguali, ne hanno tuttx lo stesso funzionamento neurologico. D: Seb, cosa ti succede durante un meltdown? R: La luce diventa man mano sempre più forte, troppo brillante, accecante. I profumi, che già non sopportavo, si intensificano ed entrano nel naso, provocando un’enorme senso di nausea. Ed ecco lo so, oggi è meglio stare a letto, in camera da solo; ma nulla da fare per pranzo devo salire dai miei zii. Mi preparo sapendo che dovrò fare l’ennesimo sforzo per far finta che stia andando tutto bene, l’ennesimo sforzo per sembrare “normale”. Salgo a pranzo … iniziamo a pranzare;  ma dopo mezz’ora non ce la faccio proprio più, la testa sta per esplodere (per non parlare di occhi e orecchie),  trattenendomi con un enorme sforzo (quasi impossibile)  non sono esploso nel mezzo del pranzo

La crociata morale e la sua strategia del panico

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Testo originale di Melisa de Oro Traduzione dallo spagnolo del Non Collettivo Queer "Mentre l'avversione per i maschi si traveste da femminismo, le puttane* sognano leggi in grado di proteggerle e il riconoscimento della loro capacità di decidere in quali condizioni vivere la propria vita. Può essere paradossale che nel XXI secolo si usi il termine "crociata" e lo si associ alla parola "morale", e si parli di "strategia del panico", cioè di una pratica volta ad imporre una certa visione conservatrice delle relazioni umane (specialmente nel campo dell'erotismo) generando paura, angoscia, terrore, in ampi settori sociali, specialmente tra i più giovani, e in coloro che hanno la funzione di dettare leggi, disposizioni di pubblica applicazione, o si occupano di amministrazione dello Stato, ma purtroppo corriamo il serio rischio di importanti battute d'arresto nel campo delle libertà così duramente conquistate, e parlare di questi temi è divent

Gaslighting, tone policing e positività tossica in contesti societari e d'attivismo

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Da persona autistica spesso vengo attaccatx per il mio tono espositivo,  sia scritto che orale, che viene interpretato in modo difensivo dalle persone neurotipiche (non neurodivergenti) e viene visto come aggressivo e/o aggressione, perché la mia intensitá viene considerata come tale quando spesso non lo è. Specifico che: - ci sono argomenti che mi interessano molto e mi da gioia parlarne quindi è facile che io li esponga con passione e  tono energico. - ci sono argomenti o esternazioni che riguardano situazioni o azioni che sono effettivamente lesive per il mio funzionamento autistico. - ci sono argomenti che possono essere per me collegati a traumi subiti. Quello che spesso accade é la TONE POLICING. La strategia del tone policing é spesso utilizzata quando esprimo il mio disappunto e protesto davanti a fatti di ingiustizia sociale che subisco o anche cose che mi vengono imposte e che sono non consensuali, perché non discusse con me, o comunque sono lesive per il mio funzionamento e/

Sono autisticx e pratico BDSM

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Ho iniziato qualche anno fa quando ho incontrato una persona non binary a Brighton, che praticava BDSM da svariati anni ed é un mondo che mi ha sempre interessato, la mia problematica relativa all'essere autisticx é che se in un ambiente non conosco nessunx poi é difficile che vado da solx e se vado é facile che io faccia scena muta, quindi sostanzialmente é stata per me una fortuna conoscere questa persona. Personalmente gradisco molto le categorizzazioni e dare un nome e/o definizione a qualsiasi cosa, motivo per cui ho spesso letto libri che mi spiegassero la moltitudine di kink e/o fetish esistenti per capire se fossero cose che mi appartengono, rappresentano o piacciono. Paragono questa necessitá all'ordine e alla catalogalizzazione ed é un grande match per il mio funzionamento autistico. Queste definizioni, come in ambito LGBT, non servono solo a me per conoscermi e autodefinirmi, ma sono poi collegate ad una lotta politica contro le diseguaglianze sociale e stigmi. Con q

Neuroqueer on the Road: Impressioni di Rimini

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Sabato scorso siamo stati ospiti di Grotta Rossa a Rimini dove abbiamo parlato di Neuroqueer, ritornando (finalmente) a parlare in pubblico dopo questa quarantena. Perché abbiamo deciso di fare un incontro a tre voci? Perché il privato è politico: la politica può essere indirizzata dalle esperienze di coloro che sono stati oppressi, e quindi riteniamo importante che le nostre diverse voci, le nostre diverse esperienze e i nostri diversi percorsi vengano raccontati. Le nostre esperienze di diretti interessati vanno rivendicate e portate al pubblico per far sì che non si parli “di noi”, ma che siamo noi a rivendicarci il diritto di raccontarci, senza essere trattati come semplici oggetti di studio da parte di chi non sa cosa significa vivere quello di cui parla. Per questo, e anche perché le cose a tre ci piacciono sempre, basta fare a turno a stare in mezzo. Così come a Rimini abbiamo deciso di raccontare le nostre esperienze soggettive, così ora raccontiamo come abbiamo vissuto quest’e