SOPRAVVIVENZA ASPERGER IN UN MONDO CONFIGURATO PER NEUROTIPICI



La socializzazione neuronormativa é chiassosa: é organizzata, spesso, in luoghi affollati, carichi di luci, colori, rumori, odori che possono provocare ad una persona autistica un sovraccarico sensoriale e fomentare ansia sociale. Spesso, quindi, le persone autistiche non frequentano contesti sociali perché la socializzazione diventa estenuante e servono diverse ore o giorni per riprendersi, fisicamente e mentalmente.
Pare che gli unici canali di socializzazione accettati, siano feste, concerti, locali, tutto il resto pare rientri in una tipologia socialmente categorizzata come "sfigata". Spesso mi sento esclusa da eventi LGBT*, esistono solo concerti, feste, spettacoli affollati che non facilitano l'ingresso in un gruppo da parte di una persona che non conosce nessuno del gruppo giá pre-esistente. Perché non si organizzano eventi queer di cucito o ricamo? Di permacultura? Di dibattiti ecologico? Di letteratura queer? Di lavorazione del legno? Di pittura? Di disegno? Etc.etc.
Spesso sono incappata in “non detti”, in “sottointesi”, in “ma io intendevo un'altra cosa”, tutte cose per me terrificanti, che mi impauriscono e causano uno stato di confusione molto lesivo e mi scoraggiano ancora di piú nel tentare la socializzazione.
Sono inciampata io stessa in mie difficoltà nel riconoscere i miei sentimenti, ciò che provavo, come stavo davvero (sono anche alessetimica, che significa avere difficoltá nel riconoscere i propri stati d'animo o sentimenti); non ero minimamente in grado di rispondere, non ero in grado di spiegare, e credo che questa sia la cosa più difficile da far comprendere ad un altro essere umano.
Le persone vogliono tutto subito, se non rispondi subito alle loro domande, loro non hanno tempo da perdere, c'é una scadenza; vanno avanti come se nulla fosse, e mentre io sono ancora lì che ci penso e magari dopo un mese ho capito come sto, sono arrivata tardi, è troppo tardi; per le persone devi reagire subito, non a scoppio ritardato come spesso mi accade quando sono sovraccaricata da un insieme di eventi, sentimenti, imprevisti, pool di informazioni nuove da gestire che non mi fanno capire su per giù nulla del mio stato d'animo.
Ho incontrato persone che ridicolizzavano alcuni miei problemi di sensorialità e contatto fisico, in tempi in cui non sapevo ancora di essere autistica (non avevo ancora una diagnosi), ed in particolar modo ci fu una persona che rideva chiamandomi “toccofobica”, perchè ovviamente non è normale avere problemi con il contatto fisico no? Quindi, è socialmente accettabile ridicolizzare un disagio personale, ma a che pro esattamente, con che scopo? Me lo domando, perchè conosco bene la differenza fra auto-ironia e bullismo, e il bullismo è proprio ridicolizzare una persona in pubblico (ma non necessariamente), per una sua diversità, peculiarità o disagio e lo trovo davvero sconveniente.

Vorrei parlare anche di ansia sociale, cosa che provo spesso in ambiti sociali, ma apparentemente non si vede; anche in questo caso non ho idea di cosa le persone si aspettino da “persona che prova ansia sociale”. Personalmente vivo di masking (ossia maschero l'ansia con anni e anni di coping, indubbiamente non salutare, ma d'altro canto la socializzazione è creata per una popolazione neurotipica senza tenere da conto l'esistenza e le esigenze di persone neurodiverse); sbevacchio un cocktail che mi calma, la tachicardia permane, sudo come un maiale, le mani poi solitamente le ho fradicie, e mi gira la testa. Suoni, luci, odori, contatti fisici improvvisi socialmente accettati e spronati ma non richiesti né consensuali, perchè quando saluti una persona devi toccacciarl* e dar** non uno ma ben due baci sulla guancia perchè se non lo fai è scortese, sei fredd*, sei glaciale e la gente ti schifa. Arrivo ad un punto di picco in cui questa cozzaglia di rumori, luci, chiaccherio, odori, contatti fisici improvvisi si sommano e sembrano esplodere nella mia testa, poi ad un certo punto mi sembra di non sentire più nulla, se non una fortissima tachicardia e mi sembra di essere Alice nel paese delle meraviglie sotto effetto di cannabinoidi, ma che poi di tanto in tanto sente di nuovo tutto assieme e corre fuori dal locale (luogo preferenziale scelto per la socializzazione secondo la neuronormativa), “ahhh pausa sigaretta, aria fresca, silenzio, pausa, ed il mio sovraccarico sensoriale scende, cala, ritorna ad un livello decente, poi magari rientro e booom di nuovo. In questi casi poi inizia la nausea, perchè sono lucida so che sentirò quella cozzaglia di cose ancora, e mi agita, e quindi l'ansia, la nausea, corsa al bagno e vomito. Si, hai capito bene, vomito. Perchè? Perchè ho ansia, sono agitatissima, correrei a casa mi fionderei nel letto abbracciando i miei cani, con pelo effetto “velvet”, mi coprirei con la coperta e dormirei fino all'indomani. Pazzesco, e che fatica ogni volta. L'importante per me è non dare nell'occhio, l'attenzione su di me è una cosa che detesto e non la voglio, mi causa ansia, mi agita. Poi a volte mi è capitato di svenire in contesti sociali. La situazione è pessima, perchè se svieni in pubblico le persone reagiscono con “OMG”... e quel OMG è sti gran cazzi, troppa attenzione per i miei gusti, lasciami atterra, me la cavo da sola come ho sempre fatto, se arrivo a quei punti di malessere ho bisogno di solitudine anziché credere di sapere cosa sia meglio per me chiedimelo.
E quindi alla fine mi domando, vale la pena socializzare in questo modo, vale la pena stare così male? No.
Ne parlavo con la terapista un anno fa "Quindi evito, sto da sola, per gli affari miei, anche perchè credo che le persone pensino che io sia parecchio strana ed inquietante spesso, quindi sostanzialmente se le persone non si fermassero a questa apparenza e decidessero per una volta di scendere in profonditá, magari eviterei perennemente di essere esclusa da persone o contesti sociali"

Ci sono i commenti abilisti, che spesso le persone giustificano con “ah ma non avevo intenzione di”, a me ad oggi l'intenzione delle persone non mi interessa più, in certi ambiti il vocabolario e le esternazioni che usate sono offensive, si lo sono, e non perchè le persone si offendono troppo facilmente ma perchè le persone neurodiverse costituiscono e fanno parte di una minoranza oppressa, quindi quando una persona neurotipica o allistica fa tali dichiarazioni opprime e offende ancora di piú la minoranza. Un classico esempio di abilismo è “ma non sembri autistic*” “ma non puoi essere Asperger”, eh sti gran cazzi siete ignoranti forti, ne siete consapevoli? Ma secondo voi una persona autistica deve dimostrarvi di essere autistica? Fatemi capire, cosa dovrebbe fare una persona ai vostri occhi per sembrare autistica? Bisogna girare con il badge “Ciao, sono autistic*” oppure bisogna indossare una maglietta con scritto “So that you know...I am autistic, you fucking dickhead”.
L'autismo è uno spettro ed immaginatevelo come una postazione DJ, hai le frequenze, i bassi etc, ognun* è fatto a suo modo, ognun* ha le sue capacità ed interessi, ognun* ha i propri problemi sensoriali, e alcun* potranno essere simili ma altri completamente diversi. Questo per dirvi che non è che siccome avete incontrato una persona autistica allora conoscete l'autismo.

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