Traumi e gestione: non credo in una narrativa generalizzata.
Traumi e gestione: non credo in una narrativa generalizzata.
Oggi, si legge Trigger Warning ogni qualvolta vi sia un contenuto considerato "forte", ergo strupri, femminicidio, manipolazione, gaslighting, tossico e tantissime altre terminologie.
Con estrema razionalità so che nessunx mi obbliga a leggere niente, spesso gli articoli hanno titoli di per se già esplicativi in merito al contenuto; sapere che unx sconosciutx mi avvisa con un TW, razionalmente so che è la sensibilitá di chi scrive, che, non è una sensibilitá universale e non credo possa essere generalizzata, anzi la vivo, a volte, come un atteggiamento paternalistico e sovradeterminante, come se unx sconosciutx potesse sapere meglio di me cosa mi triggera.
Il trigger warning per me è un metodo di semplificazione del trauma/traumi, mi spiego meglio o almeno ci provo:
ognunx ha i propri trigger, possono essere causati da una parola, una frase, un oggetto, un colore, una canzone, un contenuto, un odore, un luogo etc etc...non esiste una narrativa generica o uniforme. Semplificare pensando "trigger = contenuti" per me, e dico per me, è anche una semplificazione di una cosa tremendamente complessa e personale (nel senso di peculiare di ogni singolo individuo) che si chiama trauma.
La semplificazione la percepisco come causa o quantomeno causata da un ottica binaria..e la semplificazione delle cose tremendamente complesse mi puzza di fascismo, mancanza di ascolto e comprensione etc etc.
Alcune persone sostengono che il trigger warning sia utile e che con il tw decidi quando affrontare le cose. Personalmente non sono d'accordo con questa retorica, l'ho vissuta inizialmente pensavo mi fosse utile, poi in realtá con un ptsd mi angosciava molto di piú leggere TW di continuo, mi triggerava che altre persone, sconosciute per altro, mi avvisassero con un TW secondo la loro sensibilità che non è uguale alla mia nè quella di altrx. Il problema è che dirlo apertamente in contesti d'attivismo o femministi è spesso non accettato, piú che un dibattito politico quale è, ne esce una shitstorm perché se non ti conformi a TW, allora non sei safe, allora non hai veramente subito traumi etc etc...ma secondo voi esiste una narrativa generale? Secondo voi reagiamo tuttx allo stesso modo ai traumi? Secondo voi, come mai non si ascolta mai una narrativa differente da quella del TW o comunque si tende a sminuirla?
Con altrettanta razionalità, so che non viviamo in un mondo ovattato, proprio perché le cause di un trigger sono molto piú complesse e profonde del contenuto di un articolo, e questo l'ho imparato affrontando determinate tematiche per capire cosa mi scaturiva trigger.
Nessunx ha mai pensato o l'ha mai detto, ma lo sapete che la nutella puó essere fonte di trigger? Si si, la nutella. Se una persona è stata presa a colpi in testa con il barattolo della nutella, il barattolo, la scritta "nutella", il colore, l'odore, possono scatenare un trigger con flashback, ma nessunx ha mai usato "TW Nutella" e nessunx l'ha mai usato perché viviamo in una narrativa generalizzata e semplificata del trauma o traumi.
Secondo me qualcunx riderà pensando alla nutella, ma potrei dire tranquillamente ombrello, scarpa, coltello, e tantissime altre cose.
Quando siamo triggeratx, l'amigdala, noto anche come il nostro "centro integrativo per le emozioni", prende il controllo delle nostre reazioni.
Questa parte del nostro cervello controlla anche la nostra risposta "combatti o fuggi", che è utile in caso di pericolo, ma può essere difficile da gestire di fronte a situazioni che suscitano forti emozioni nella nostra vita quotidiana.
Queste risposte intense possono portarci a reagire senza pensare chiaramente, sentendoci fuori controllo e provando un immenso dolore emotivo.
Imparare a interagire con i trigger e le cause sottostanti può aiutare a stare meglio e a conoscere meglio se stessx.
Proseguendo con l'esempio della nutella, apro una riflessione e mi e vi domando:
1) Posso evitare la nutella a vita?
2) Posso utilizzare il trigger derivante dalla nutella e quindi l'essere vittima per censurare la nutella?
3) Posso vietare a qualcunx a casa, per strada, in un contesto online o altro di mangiare o nominare la nutella e quindi silenziare la persona?
Rispondo secondo quello che penso io: no a tutte e tre.
Quando parlo di responsabilitá nelle persone, viene a volte travisata l'idea che io stia facendo "victim blaming", e spesso questo discorso viene censurato o stoppato.
Il discorso di responsabilitá a cui mi riferisco e di cui parlo, è che l'aver vissuto uno o piú traumi portano inevitabilemente ad un cambiamento nelle persone. Questi cambiamenti bisognerebbe riconoscerli e gestirli, perché nel lungo periodo possono essere lesivi non solo per noi stessx ma anche per le persone che si relazionano con noi.
Come specificato nella foto, parlo di:
- codipendenza nelle relazioni
- paura dell'abbandono
- bassa autostima
- mettere i tuoi bisogni da parte per le altre persone
- cercare validazione nellx altrx
- senso di colpa
- incapacitá di tollerare un conflitto/confronto, nonché incapacità gestionale dello stesso
- non tollerare cambiamenti positivi
- avere sempre paura di cosa succederá
- tollerare atteggiamenti di merda di altrx
- incapacitá di difendersi e di porre limiti
- essere sempre d'accordo (per evitare disaccordi e conflitti)
1)Se dovessi evitare la nutella a vita subentrerebbero tre problematiche: dirottamento emotivo, meccanismi di coping, maggiore sensibilitá.
Quando evito di affrontare i trigger, è come se stessi allenando la mia mente a lasciare che le mie emozioni prendano il sopravvento. Sto cedendo il controllo delle mie reazioni.
Ciò significa vivere la vita in base a come mi senti, piuttosto che su come agisco o cosa faccio, che è uno stato piuttosto precario in cui trovarsi.
Ricorrere a meccanismi di coping significa rimanere nella propria zona di comfort, che mi impedisce di crescere e migliorare.
Ho lavorato per allontanarmi dai miei meccanismi di coping, prima costringendomi a sedermi con il mio dolore e comprenderlo, poi scrivere come mi sentivo, in dettaglio, che mi ha aiutato a venire a patti con le mie emozioni.
Quando non lavori sui tuoi trigger attuali, rischi di trovare ancora più cose che ti innescano un trigger.
Ciò porta a una maggiore sensibilità emotiva che in alcuni casi può rendere la vita un inferno.
Quando stavo ancora lottando con i miei trigger emotivi, ho attraversato un periodo di sensibilità così intensa che non ho potuto ascoltare nessunx con cui non ero d'accordo o sentire notizie negative.
Il mio cuore batteva così velocemente e il mio umore si deteriorava improvvisamente con il minimo "assalto" autoimposto alla mia sensibilità.
Anche il fatto di essere una persona altamente sensibile non aiutava le cose, ma ho risolto le mie sensibilità esponendomi apposta.
2) Non affrontare i fattori scatenanti del trigger e assumersi la responsabilità di essi può portare a coltivare una mentalità da vittima, incolpando costantemente gli altrx per le tue emozioni negative.
Assumersi la responsabilità di se stessx, delle proprie emozioni, reazioni e di tutto ciò che si fa è un elemento fondamentale.
Ora, non c'è niente di sbagliato nel sentirsi giù e vittimizzatx per un breve periodo, ma non lasciare che ti sfugga di mano.
Pensando che il mondo sia lí per ferirti, stai rinunciando alla tua autonomia per scegliere come condurre la tua vita.
Quando ti senti vittimizzatx, ti stai ingannando da solx, ingannando te stessx che lx altrx siano sempre la colpa per come ti senti.
Tuttavia, questo significa che stai ignorando il vero motivo: non stai affrontando le tue emozioni e i trigger profondi.
3) Prima di aspettarti di più dallx altrx, entra e guarda cosa offri tu allx altrx.
Una persona insicura che è sensibile a tutto e incolpa chiunque tranne se stessx per i suoi problemi non può volere bene allx altrx.
Dovresti prima capire te stessx. Questo può essere raggiunto solo facendo il duro lavoro e provando il dolore che hai ignorato.
Essere consapevole di cosa nello specifico mi fa male, mi ha reso non solo consapevole di chi sono e come funziono, ma mi ha dato strumenti, per gestire, per riconoscere.
Mi ha reso indubbiamente piú forte e autonoma, non ho alcun tipo di paura nel porre limiti, come non ho paura dei confronti o conflitti con le persone.
Il motivo per cui mi allontano politicamente dai continui trigger warning è che li percepisco come "superficiali", e al contempo danno un avviso basato su una generalizzazione, una normatività statistica, che spesso si è rivelata nociva, spesso in contesti queer e LGBT.
Nessunx sconosciutx, nessunx persona con cui non ho instaurato un intimità emotiva che perdura da tempo (ergo anni) puó permettersi di avvisarmi su cosa puó essere triggerante per me, lo percepisco come paternalismo e sovradeterminazione.
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