International Asperger Day

 C'è stato un giorno, di tre anni fa, in cui la mia vita è cambiata; cambiata perché ho acquisito una consapevolezza riguardante la mia persona, una diagnosi: "Asperger". Potrei anche usare autistica, o spettro autistico, poco mi importa perché in realtà non mi fisso particolarmente su questa cosa o sugli aggiornamenti del manuale diagnostico.


La consapevolezza mi ha fatto ripercorrere tutta la mia vita (all'epoca avevo 28 anni) nelle settimane seguenti.


Ho passato ogni singolo giorno a pensare a tutto quello che avevo vissuto, in silenzio, tutte le volte che mi sono sentita terribilmente sbagliata in qualsiasi contesto.


Tutti i fraintendimenti che spesso si palesavano in contesti sociali. 


Se chiedevo "come stai" le persone o si focalizzavano a dire "bene grazie e Tu?" oppure ero esagerata, ero quella che si preoccupava troppo. Il fatto è che se ti voglio bene e hai un problema, mi preoccupo. Non ti chiedo tutti i giorni come stai, ma mi preoccupo. Tutte le volte che mi hanno detto "si ma easy" ed io pensavo "ma easy che cosa?", cosa vuol dire? 


La connessione con gli animali, che è sempre stata significativa e profonda, vista come ossessione o addirittura una perdita di tempo per lx altrx. Il fatto è che gli animali li capisco molto anche da un punto di vista di linguaggio non verbale, e mi fido moltissimo di loro, molto meno degli esseri umani.


Quando mi chiedevano consiglio o pareri o feedback, ho sempre detto quello che penso, ma non andava bene, era troppo, maleducata, ingrata, giudicante. Il fatto è che si mi chiedi cosa ne penso, te lo dico cosí com'è. Non capisco perché dovrei dirti che stai bene con quel vestito quando, secondo me, ti sta male.


Polemica: è un aggettivo che mi hanno lanciato addosso spessissimo, da mio padre, a tantissime altre persone, che minimizzavano sempre con "ma anche se una cosa non va bene e non ti riguarda in prima persona perché devi sempre farla notare e protestare, non dovrebbe neanche importati". Il fatto è che non riesco ad ignorare le ingiustizie.


"Sei cosí organizzata e puntuale, curati, non sei normale". Il fatto è che le mie routine ed organizzazione sono per me fondamentali. Se tu non capisci è lecito, ma non sminuire ció che mi evita sovraccarichi sensoriali o emotivi. Sono miei limiti, per alcune persone molto rigidi per altre no, perché c'é tanta fiducia.


"Fai discorsi fuori luogo, non capisci che non si parla con le persone di sesso, e non puoi sempre nominare la cacca?" Il fatto è che non capisco dove stia l'imbarazzo in questi argomenti.


"Passi troppo tempo in mezzo alla natura, non credi sia esagerato? Ci credo che ci vai da sola, nessunx ha voglia di fare quello che fai tu" Il fatto è che sensorialemente mi rilassa, e posso osservare gli animali. Se altre persone non apprezzano questa cosa posso anche andarci da sola.


Le relazioni? Alti e bassi. Ho esperienze positive ma anche esperienze negative. Le negative erano quelle che criticavano le mie caratteristiche: "non sei abbastanza socievole, vestiti meglio, sei trasandata, sei troppo libera, sei prolissa, perché non fai quello che fanno tutti tipo prendere il sole, sorridi ogni tanto sembri sempre incazzata, dalla tua espressione sembra che non ascolti etc." Costanti fraintendimenti. Ho un espressività indubbiamente "povera", mi vesto come mi è piú comodo in termini di tessuti, alcuni mi causano problemi sensoriali. Se un argomento mi interessa ne parlo, si anche tanto. Non prendo il sole per ore perché mi causa sovraccarico sensoriale.


Il fatto è che poi, ho capito che esistono delle regole e convenzioni sociali a cui le persone si conformano e seguono, ma l'ho capito tardi, dopo la diagnosi. 


In questi tre anni, fra la terapia cognitiva ed infinite letture ho scoperto tantissime cose, e sono contenta perché ogni giorno che passa mi sento meno incompresa ma s


oprattutto meno sbagliata.

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