Essere madre: quando il mio lavoro è oggetto di stigmi


Quando mia figlia stava iniziando le scuole medie, alcuni genitori della sua classe sono venuti a sapere del mio lavoro di sostegno alle persone che vivono relazioni eticamente non monogame o che fanno BDSM. Io ho scoperto questa cosa soltanto dopo qualche mese nel quale mia figlia non veniva più inclusa negli inviti tra amiche e si sentiva rispondere di no, con varie scuse poco credibili, quando era lei a invitare. Vedendola sempre più triste per questo, ho cercato di capire che cosa stava succedendo… Alla fine ne sono venuta a capo quando una delle mamme con cui ero più in confidenza ha finalmente deciso di dirmi con sincerità che la dozzina di genitori con figlie nella classe della mia non volevano che la frequentassero perché “chissà che cosa avrebbero potuto vedere a casa nostra o che discorsi poteva fare con loro mia figlia, discorsi poco normali che potevano influenzarle e confonderle, visto da chi veniva educata” (io). 

In compenso, però, ho avuto la soddisfazione di sentire mia figlia rispondere a una domanda fattale all’uscita di scuola da una di queste signore, che non pensava io stessi già arrivando... Questa persona le ha chiesto “Ma tu lo sai che tua madre pensa che sarebbe giusto avere altri fidanzati oltre a tuo padre? E a te questo va bene?” ; mia figlia (11 anni), le ha risposto testualmente  “Io so che mia madre pensa che è giusto rispettare tutte le persone, invece di dare giudizi senza sapere bene come sono le cose o di parlare male delle persone coi loro figli”.

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