Neurodiversitá e lockdown: sfatiamo lo stereotipo che stavamo tuttx bene perché abituatx alla solitudine



 


Titolo: "Neurodiversitá e lockdown: sfatiamo lo stereotipo che stavamo tuttx bene perché abituatx alla solitudine"


Ancora una volta sono stati distribuiti stereotipi su come le persone neurodiverse abbiano vissuto il lockdown.

Lo stereotipo piú divulgato é che le persone neurodiverse sono spesso abituate alla solitudine e che quindi non avrebbero sofferto durante il lockdown e l'isolamento.



Domanda: come hai vissuto il lockdown in termini di stato d'animo?


Thrix


Per me é stato orribile, é stato il mio peggior incubo. Non sopporto le imposizioni, specie quelle stupide, e non sopporto non poter scegliere e di dover rimaner chiusa forzatamente in uno spazio. L'ho vissuta come una costrizione ed una prigionia, cose non sopporto.


Il dibattito si é polarizzato in maniera estrema, da un lato i negazionisti che indubbiamente sono dei coglioni perché il virus esiste e dall'altra quellx con l'atteggiamento salvifico che pensano che non moriranno mai; sarebbe servita una gestione razionale del rischio, tanto prima o poi moriamo tuttx ma sarebbe gradevole che ci lascino vivere prima di morire.

Da un lato chi negava il virus, dall'altro chi accettava qualsiasi imposizione paternalistica.


Sono riafforati alcuni traumi della mia infanzia, proprio le costrizioni e le imposizioni e indubbiamente mi ci vorrá tempo per riprendermi.


Mi auguro che, prossimamente, inizino a trattarci da cittadini e non da "bambini scemi".


Mi é mancata moltissimo la mia vita, il sesso, le coccole, la vita sociale, il mare.

Mi é mancato il Buridda, gli amici, i progetti che stavo facendo, come ad un bambino a cui strappi un gelato. 

L'iperattivitá l'ho gestita buttando all'aria casa, ri-ordinando tutto, buttando cose, facendo pulizie intense. Ho reagito cambiando totalmente le mie abitudini.



Manu


Inizialmente bene. Parto dal presupposto che sono non-monogama/anarchica relazionale e ho svariate relazioni con x, y o z componenti, che non creano gerarchie o preferenze. Generalmente vedo le persone 1 o 2 volte al mese, in base alla distanza e agli impegni. Quindi, generalmente non sono una persona ipersociale, che ha tantissimo bisogno di stare in mezzo alle persone; preferisco stare con gli animali o con persone che hanno animali o che condividono la stessa passione.


Inizialmente, appunto, tutto bene. Le persone per strada mi stavano distanti, nei supermercati non c'era piú la folla, le persone sembravano addirittura rispettare le code, sembrava tutto anche piú ovattato con meno rumori, adoravo il silenzio, specie per le mie problematiche sensoriali, non sentire quasi piú i rombi dei motori o rumori acuti improvvisi, mi rilassava molto.

Poi, peró, hanno aumentato le restrizioni della libertá personale e lí sono iniziati i miei problemi.

Ho necessitá di muovermi, di camminare nella natura e nei boschi, questo mi é necessario da un punto di vista sensoriale (rumori e odori che si sentono in mezzo al bosco), di interessi assorbenti relativi agli animali, e di iperattivitá. Questo mi é stato negato perché i campi isolati che frequento si trovano a 500 mt da dove abito e le restrizioni imponevano passeggiate entro 200/300 mt da casa, non oltre. Oltrettutto, si sono palesati sceriffi dai balcone che mi hanno minacciato di morte perché portavo i miei cani a fare i bisogni, e li ho iniziato a provare molta ansia, angoscia e paura. Avevo paura di essere aggredita da qualcunx, o fermata dalle forze dell'ordine ed essere trattata come un untrice, ansia di avere un meltdown autistico davanti alle forze dell'ordine. Le mie routine, per altro, erano cambiate all'improvviso e non mi ha fatto bene; mi mancavano i boschi, i campi, l'odore della natura e l'attivitá fisica a cui mi dedico quotidianamente.


Ad un certo punto ho proprio iniziato ad arrancare, perché l'unica persona con cui ho contatto fisico molto intimo é Inglese ed abita a Londra, e non sapevo piú quando l'avrei rivista, l'avrei toccata di nuovo, abbracciata e coccolata sul divano. E quí, quasi mi sarei bastonata per essere neurodiversx, avere problemi sensoriali nel toccare la gente; ho sempre il terrore di provare dolore fisico e cosí mi sono anche criticata moltissimo, perché per questa mia problematica sensoriale evito spesso il contatto fisico ed invece a volte vorrei provare di piú con svariate persone, solo che parto sempre demoralizzata anche se esistono persone con cui il contatto fisico non é un problema, anzi é molto piacevole.

In tutto ció, ero anche molto innervosita dalle numerose ingiustizie che ho visto durante il lockdown, fra abusi di potere da parte delle forze dell'ordine, agli sceriffi dai balconi e finestre, alla perdita del lavoro per molte persone, mancati aiuti da parte del Governo e numerose persone senzatetto che non ce l'avevano neanche una casa dove rinchiudersi e per tutte queste cose ho provato estrema rabbia e frustrazione, nonché dolore, avendole in parte subite anche io. Avendo una laurea in economia, ho capito benissimo che quello che stava accadendo e come era gestito non andava e mi sentivo una spettatrice impotente di tutto questo schifo, mi sentivo oppressa ed in gabbia, vedevo le incoerenze nelle misure restrittive, persone che accettavano qualsiasi restrizione senza alcuna critica, mi sembrava un abbassare la testa e obbidire senza porsi domande. Prima del lockdown avevo quasi, molto probabilmente, trovato un lavoro ora non saprei neanche dove girarmi e mi fa incazzare molto.


Al calare delle restrizioni e alla riapertura delle regioni, ho avuto ansia sociale (ho allegato la foto con il segno rosso sotto il collo). Ero intimorita dal dover interagire ancora dal vivo con le persone; anni fa ho passato 2 anni e mezzo quasi 3 da sola, totalmente senza relazioni senza interazioni amicali, e ho sempre paura di regredire visto che giá non ho tantissimi skills nella socializzazione.



Domanda: quali sono state le cose piú semplici? 


Thrix


Convivere serenamente sotto lo stesso tetto, 24h, con l'ex compagno, sembrava impossibile, invece abbiamo facilmente trovato un equilibrio.


Manu


Stare a contatto con i miei cani tutto il giorno, indubbiamente é una cosa molto bella e voluta per me.


Domanda: quali sono state le cose piú difficili?


Thrix


Mantenere rapporti emotivi con il fuori e con le persone, e non farmi prendere da un loop che mi facesse adattare all'isolamento sociale, come se fosse la nuova normalitá.

Non riesco a mantere rapporti sentendomi solo telefonicamente e/o virtualmente.


Il piú difficile per me deve ancora arrivare: ho una depressione stagionale, per me da marzo si inizia a ri-vivere, uscire e torna il sole e quest'anno questo mi é stato impedito, quindi non so come vivró i successivi mesi.



Manu


Uscire a fare la spesa, o commissioni, o con i cani con la paura di subire abusi di potere da parte delle forze dell'ordine, o essere aggredita da aspiranti cittadini/sceriffi.

Non sapere piú quando avrei rivisto le persone che stanno a Londra e che non vedevo da Novembre, ma al contempo anche altre persone che stanno in altre regioni..iniziavo a domandarmi quando le avrei riviste e se fossi stata in grado di essere socievole senza ansia sociale oppure no.


Domanda: se dovessi descrivere come l'hai vissuto attraverso un quadro o canzone o libro...quale sarebbe?


Thrix


Il quadro "L'urlo" di Munch

Il libro sulle istituzioni totali di Foucalt.



Manu


Dipende dalle fasi:


Quando stavo male da "Storm" di Vivaldi che rappresenta le tensioni che vivevo e l'angoscia, a "We're not gonna take it" dei Twisted Sister e "I wanna break free" dei Queen.


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