Neurodiversitá e relazioni: rapporti fra neurodiversx e neurotipicx
Neurodiversitá e relazioni: rapporti fra neurodiversx e neurotipicx
Sono anarchica relazionale e non monogama per svariati motivi:
1) posso avere piú relazioni contemporaneamente e non vi é un ranking relazionale. Il ranking o preferenze equivale, per me, ad una classificazione che equivale, a sua volta, ad un meccanismo di sfruttamento consumistico. Le preferenze, le classifiche creano una ovvia competizione e spesso si finisce con il non apprezzare l'unicità delle persone con cui ci relazioniamo, nonché le loro uniche peculiarità.
Non importa se con una persona ci faccio del buon sesso e con l'altrx vi faccio dei buonissimi primi piatti, per me, non vi é maggiore o minore importanza rispetto a ció che si condivide con le persone.
2) sono molto d'accordo sull'aggregazione spontanea e non forzata, ergo non mi piace essere obbligata a frequentare persone che non mi va di frequentare. L'aggregazione si forma spontaneamente non forzatamente.
3) sono contro qualsiasi tipo di oppressione, subendone anche in un contesto societario e non voglio vederle replicate nelle relazioni che intreccio con le persone, motivo per cui, per me, qualsiasi cosa va discussa con le persone coinvolte perché credo che ognunx abbia diritto ad esprimere la propria opinione.
Celare informazioni che incidono sulle persone, decidere al posto delle persone senza consultarle o allo stesso modo non esprimere necessitá, limiti, desideri non sono cose che funzionano se si vuole relazionarsi con me.
4) mi relaziono esclusivamente con persone con cui é possibile fare e applicare rete o mutualismo, mutuo-aiuto e che hanno quindi quello che io definisco come "spirito comunitario".
Nella vita ho incontrato persone con cui c'é intesa e rispetto reciproco e persone con cui queste cose non vi sono.
Mi trovo molto bene con persone che generalmente sono: oneste, utilizzano un linguaggio diretto, sanno confrontarsi anche con sani confronti dove ci si sfancula e poi ci si vuole piú bene di prima, e che ti vogliono bene dimostrandolo a fatti e con semplicitá.
Ho chiesto ad un paio di persone che frequento da anni un grosso feedback, ossia com'é per loro relazionarsi con una persona come me: autistica, ADHD, dislessica e cosa é cambiato dopo aver scoperto scoperto di essere autistica..
Com'é relazionarsi con me?
È una persona estremamente autonoma e consapevole di cosa é bene e cosa no per lei, si conosce parecchio bene.
È molto organizzata e ha le sue necessitá in merito a previdibilità specie in caso di eventi, orari. Soprattutto sugli orari, l'abbiamo conosciuta molto rigida all'inzio ma quando si è instaurato un legame di fiducia questo suo tratto si è molto smussato e si lascia andare all'idea di passare tempo non strutturato con le persone di cui si fida, proprio perché si fida e sa che quelle persone non la metteranno in situazioni per lei non consone. Per noi, vedere questo suo lasciarsi andare è sempre stata una cosa tenerissima perché traspare la genuinità con cui lei si fida di noi o di altre persone, e la sensazione è bellissima.
Sappiamo che ha grosse problematiche sensoriali con le luci, in particolar modo i neon, come ha difficoltá a prendere mezzi affollati come la metropolitana. Tutte cose che lei ci ha spiegato e che abbiamo anche appurato.
Non ci è mai venuto da mettere in dubbio i suoi limiti nonché necessitá relative ad essi, sarebbe sovradeterminante e paternalistico pretendere di sapere cosa è meglio per lei, cosa le causa problemi e cosa no o quali siano i suoi limiti e necessitá.
Ha degli interessi che l'appassionano molto: gli animali, la natura, la lavorazione del legno, alcuni autori di libri, economia e tanto altro.
In realtá per noi è sempre stato bellissimo ascoltarla perché si denota la sua passione, la si respira ogni volta che ne parla e quando li espone sa davvero moltissime cose.
Conoscendola da anni posso dire che all'inizio non é molto espansiva; la grossa difficoltá che ho sempre avuto con lei é capire la sua mimica facciale: o ride, o ha la sua solita faccia che sembra un odio misto a schifo per l'intero pianeta tipo "statemi lontano". Non mi é mai venuto da dirle che dovrebbe sorridere di piú, al contrario le ho sempre chiesto e fatto domande specifiche avendo lei indubbiamente una scarsa mimica facciale, che ho compreso facendole domande e conoscendola con il tempo.
In 8 anni non posso dire che é mai stata una grande frequentatrice di feste, so che prima di conoscerla ha frequentato locali e discoteche, ma non li trova luoghi per lei consoni.
Quello che ho sempre notato é che se non conosce troppo le persone attorno a se e ci siamo noi ci sta appiccicata a modi Koala e va benissimo cosí.
Mi ha sempre detto che non ha dimestichezza con persone che non conosce affatto e si vede. Ho assistito piú volte ad un suo malessere o malore durante un evento troppo affollato e ha iniziato a dirmi "Sto male..devo allontanarmi, mi dai un occhiata anche da lontano?". Questo ci ha sempre fatto "tenerezza", perché si denota sempre un suo bisogno nonché senso di indipendenza ed autonomia.
É troppo generosa e ha questo senso spontaneo molto genuino di fare rete nonché un senso comunitario e ha sempre un po' la convinzione che le persone attorno a lei siano tutte brave persone, questo l'abbiamo sempre notato ed é una cosa su cui lei spesso lavora perché ha sempre questa convinzione che le persone alla fine non facciano del male.
Devi imparare a conoscerla perché ha tutto un suo linguaggio e metodo per esprimerti affetto che puó variare rispetto a ció che la societá si aspetta, ma é proprio questo che abbiamo sempre apprezzato perché spesso é proprio la sua semplicitá nonché genuinità che ti fa sentire tanto voluta bene e considerata.
É una persona che dice sempre quello che pensa a suo modo e apprezziamo molto perché é semplice comunicare in questa maniera.
Nel Regno Unito non vi sono troppi stigmi, quindi se lei parla di argomenti considerati forse tabú per la societá in realtá quí si parla regolarmente di genitali, sesso, merda, sará che poi l'umorismo Inglese é proprio fatto cosí.
Dietro questa apparenza schiva e fredda, abbiamo scoperto che non solo é estremamente emotiva e molto tenera, ma quando capita qualcosa di brutto o spiacevole è visibilmente preoccupata per le persone a cui vuole bene, sembra che assorba il dolore delle persone e lo prova anche lei; reagisce malissimo alle ingiustizie societarie, e fa parecchio effetto vedere una persona che prova sofferenza vera.
Ha un rapporto tutto suo con animali e natura e si nota perché é una cosa molto profonda: quando é in mezzo ad animali e natura sembra davvero nel suo mondo ideale e non le piace condividere queste cose con persone che non apprezzano veramente, la vive come una violazione estrema. Con gli animali ci gioca come se fosse una di loro e passa svariato tempo ad osservarli, e nella natura si denota la sua espressione rilassata e curiosa, le piacciono le piante e gli odori che rilascia la vegetazione.
É cambiato qualcosa nella vostra relazione dopo la diagnosi?
Non credo che il nostro rapporto sia cambiato molto da quando é stata diagnosticata.
Sapevamo della dislessia e dell'ADHD, scoperti per caso, perché lei non ne parlava in quanto aveva subito ostracismo e bullismo per questo, ma le abbiamo sempre detto che a noi non fa nessuna differenza anzi meglio averlo saputo.
L'autismo/Asperger è stato per noi un tassello in piú a ció che é lei, ma rimane sempre lei.
Tutti i suoi limiti, necessitá hanno semplicemente avuto un nome, ma giá li conoscevamo perché lei li ha sempre esposti.
Una cosa di cui abbiamo parlato molto nel post diagnosi é l'alessitimia (incapacitá di dare un nome alle emozioni) presente in percentuali rilevanti nelle persone autistiche.
Il confronto é stato piú che altro per capirci meglio ed eventualmente stabilire dei limiti, appurato che lei in situazioni di stress, sovraccarico emotivo o d'informazioni sperimenta difficoltá a riconoscere le proprie emozioni è stata una grande rivelazione per lei perché ha ammesso che provava sempre tanta confusione e frustrazione nel non capirsi e per noi è semplicemente una peculiaritá in piú in modo tale da lasciarle lo spazio e il tempo di cui necessita per elaborare e se eventualmente avesse bisogno di aiuto per l'elaborazione noi ci siamo.
Forse noi eravamo già "pronte", ma il segreto è lasciare esprimere le persone e non credere mai cosa sia meglio o peggio per loro, nonché evitare di mettere in dubbio le loro necessitá, limiti o bisogni.
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